domenica 12 ottobre 2008

Intervista a Chiara Calandro

D - Parlaci di te, di come hai iniziato, cosa hai studiato e come coniughi arte e lavoro.

R - Adoro i contrasti cromatici, le immagini dal forte impatto visivo, amo la carta, le forme gestuali e geometriche, amo il disegno a tratto che si fonde con l’arte digitale. Ho sempre avuto la passione per il disegno, passione che devo fondamentalmente a mio padre artista. Sono sempre stata timida e con tante paure, ma di una cosa ero certa, sin da bambina: che della mia passione ne avrei fatto il mio futuro.
Ho frequentato il Liceo Artistico di Benevento, dove ho studiato architettura e design, utilizzavo i pennini a china e la tecnica dell’ incisione all’aquaforte. Ho iniziato le mie prime mostre sulla tecnica dell’incisione, girando per Benevento e Napoli.
Dopo il liceo mi trasferisco a Roma dove frequento il rinomato Istituto Europeo di Design, corso di Arte Visiva e graphic design. Questo è il periodo dell’ arte digitale, dell‘innovazione e dell’unione tra computer e disegno a tratto.
Dopo lo IED ho iniziato ad insegnare all’ITC Rampone di Benevento, successivamente ho iniziato a firmare progetti come grafico/illustratore per la Plast Idea srl di Roma.
Arte e lavoro sono due cose che vanno di pari passo nella mia vita, della mia passione ne ho fatto un lavoro.

D - "Nulla in Italia è più antico di Benevento, che secondo le leggende locali fu fondata o da Diomede o da Ausone, un figlio di Ulisse e Circe": (Edward Hutton in "Naples and Campania revisited" - 1658). Benevento, tua città natale, comune e capoluogo della Campania. Una leggenda che risale al medioevo la vuole la "città delle streghe", fama che sopravvive ancora oggi. Nel dialetto beneventano non esiste la strega, ma la janara, con cui si indica una donna che possiede poteri magici. Tali caratteristiche nelle tue donne sono esplicite. Quanto incide questo nella tua cultura e formazione nonché nel progetto delle tue dodici donne dello zodiaco?

R – “Sotto l’acqua, sott’a r’ vient, sott’ la noc d’ Benvient” (sotto l’acqua e nel vento, sotto il noce di Benevento). Mi ha sempre affascinato il mondo dell’astrologia, della magia e delle streghe.. da bambina le immaginavo belle, avvolgenti e seducenti, anche se mia madre mi diceva: “se non fai la brava viene la janara e ti porta sulla scopa con lei!!”
Le mie origini beneventane hanno sicuramente influito molto nei miei lavori, come ha influito mio padre che dipinge quasi sempre “il mistico”, utilizzando simboli come carte da gioco, tarocchi, figure geometriche impossibili, gatti, cavalli alati, donne dallo sguardo seducenti e cattive. Credo nelle caratteristiche principali dei segni zodiacali e sono una convinta cancerina! Devo essere sincera? Tutte le mattine leggo l’ oroscopo! Nella speranza che il nostro caro Giove (denaro) sia sempre presente!

D – Descrivici la tecnica che hai utilizzato per le tue opere.

R - La parte più importante è la ricerca. La mia l’ho incentrata sui movimenti delle donne e il rapporto tra simboli e colori dello zodiaco. Ho inizato schizzando a mano libera su carta e poi ho digitalizzati al computer trasformando il tratto a mano libera in disegno vettoriale. Cosa significa “vettorializzare un’immagine”? Mi chiederanno i “non addetti ai lavori”. Dunque.. Vi è mai capitato di voler stampare un’immagine ingrandita e trovarvela tutta a quadretti o sfocata? Esistono dei programmi, io utilizzo Adobe Illustrator, che pemettono di “disegnare” in un modo tale da stampare in quasiasi dimensione, anche kilometri di carta, non avendo mai problemi di “sgranatura” o di “immagine sfocata”. Il file vettoriale ha il vantaggio di essere molto leggero, rispetto ad una foto che per stamparla ad una “buona risoluzione” diventa molto “pesante”, nel senso che occupa “molta memoria” nel computer o nel cd”. Chissà se sono stata chiara.. L’arte digitale non è altro che un’ evoluzione di quella pittorica e cartacea. Il mio intento principale in questa serie di illustrazioni è quello di rendere attuale e moderno un simbolismo da tempo sfruttato.

D – Una beneventana adottata da Roma da quasi dieci anni che incontra per qualche giorno Bitonto. Quali sono le tue riflessioni in merito al “triangolo che stai vivendo?”

R - Sono felice perché questo è solo l’inizio di un lungo percorso creativo e questo anello di congiunzione che si è creato tra Roma, Bitonto e Benevento è frutto di una passione costruita nel tempo e della voglia di portare l’arte, l’originalità e la creatività dalle grandi metropoli ai piccoli paesi.

intervista di Alessandra Carbone

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